PROLOGO

 

Hacienda dei Vendicatori, Penisola di Palos Verdes

 

L’uomo in camice da laboratorio che sta sorseggiando un caffé bollente si chiama Henry Pym, e secondo quasi chiunque altro è uno degli uomini più intelligenti del pianeta. Lui al momento non la pensa così, osservando pensieroso una porta in metallo collegata a migliaia di cavi.

Una donna dai capelli verdi entra nel laboratorio, guardandosi attorno incuriosita dalle meraviglie tecnologiche abbandonate negli angoli ad accumulare polvere.

-Buongiorno, dottor Pym. Un’altra nottata insonne?-

-No, questa volta sono riuscito a prendere sonno per un paio d’ore. E ti prego, chiamami Hank.

-Ci proverò. A cosa stai lavorando?-

-Sto cercando di applicare su larga scala la superposizione quantistica, ma sto avendo dei problemi a superare la non-separabilità degli stati quantici.

-Uhm... vorrei mentire dicendo che sembra interessante, ma non ho idea di cosa tu abbia appena detto.-

-Il nostro ultimo scontro con i Signori del Male mi ha fatto pensare che abbiamo bisogno di un collegamento più diretto con la nostra base est. Una volta attivata, questa porta condurrà direttamente a New York City – dichiara con entusiasmo Hank Pym, premendo un pulsante sulla maniglia.

Mille piccole luci disposte lungo il telaio si illuminano, ed il dottor Pym apre la porta... che non va da nessuna parte, mostrando solo un muro.

-Se riuscirò a farla funzionare, almeno – conclude Pym richiudendo la porta.

-Non farò finta di capirne molto, ma una cosa del genere non esula abbastanza dal tuo campo? Credevo che tu fossi un biochimico, un esperto di cibernetica, un entomologo...  probabilmente dimentico qualcos’altro.-

-E quando è stata l’ultima volta in cui ho fatto dei progressi significativi in una di queste discipline? Reed crea una nuova branca della scienza ogni sei mesi e Tony sforna una meraviglia tecnologica dietro l’altra. Nell’ultimo anno T’Challa ha registrato tre volte il numero di brevetti in più rispetto a me, e lui deve anche gestire un’intera nazione!-

-Tutto questo non ha niente a che fare con il fatto che i profitti dei tuoi vecchi brevetti stanno diminuendo, vero?-

-E tu come hai fatto a...-

Il dottor Pym non fa in tempo a finire la frase, interrotto dall’allarme della base. La sua collega si solleva magneticamente da terra, volando verso la porta.

-Coraggio, Hank, questa è un’ottima occasione per non rimuginare troppo sui tuoi esperimenti.

Entro pochi minuti, Lorna si sarebbe pentita di questa frase.

 

 

COSTA OVEST
N° 19

 

QUESTO MALE INDISTRUTTIBILE

Parte 2 di 4: Rabbia

(Di Carlo Monni e Fabio Furlanetto)

 

1.

 

 

Il quinjet atterra non troppo delicatamente nella proprietà dei Vendicatori della Costa Ovest, che si sono radunati all’esterno della base per rispondere all’allarme.

Si aspettano di veder scendere dal velivolo i propri colleghi della costa est: quello che li sorprende è constatare che parecchi di loro sono stati gravemente feriti.

Visione non aspetta nemmeno che il portellone del quinjet si apra, passando invece attraverso le pareti portando in braccio una donna in costume la cui gamba destra è stata ingessata nel suono solido.

-Allertate il personale medico, abbiamo dei feriti annuncia Visione.

A scendere subito dopo sono Stella Nera distesa su una barella ed Ursa Major in spalla ad Ercole. Sersi deve appoggiarsi a Capitan America e Scarlet per restare in piedi; Jocasta, Vostok e la Dinamo Cremisi sono visibilmente danneggiati.

-Hey, quella è la Guardia d’Inverno… che cosa ci fanno qui? – chiede U.S.Agent.

<<Non è il momento>> replica Iron Man, con un tono molto più acido del solito.

-Non ho detto che non li possiamo aiutare, volevo solo…- inizia a rispondere U.S.Agent. Iron Man lo spinge da parte, incurante del fatto che la forza impiegata per farlo avrebbe ferito un normale essere umano.

<<Fuori dai piedi, Agent. Hank, queste persone hanno bisogno di assistenza medica: Stella Nera ha un rene perforato, Sersi potrebbe avere una commozione cerebrale, Fantasma ha una brutta frattura alla tibia ed Ursa Major un’ustione da raggio repulsore di primo grado>>.

-Faremo il possibile, ma…cosa diavolo è successo?

-Ultron – risponde il Guardiano d’Acciaio. Non è necessario aggiungere altro.

Le sorprese della giornata non sono finite, però, perché è a questo punto che un elicottero con il sigillo della Casa Bianca inizia la propria lenta discesa.

 

Non è certo una sorpresa che l’infermeria dei Vendicatori sia ben attrezzata. Dopotutto la Sezione Medica della Fondazione Maria Stark sceglie sempre i migliori fornitori… ovviamente se ci fosse un medico presente sarebbe decisamente meglio, ma purtroppo non è questo il caso.

L’atmosfera è tesa ed anche caotica

-Possiamo fare ben poco qui.- commenta Henry Pym, che indossa un camice sopra il suo costume da Calabrone –Non siamo attrezzati per emergenze mediche così gravi. Nessun problema per le ustioni di Ursa Major, grazie anche al suo fisico particolare e se Fantasma rimane solida abbastanza a lungo non ci sono problemi ad ingessarla in maniera più appropriata, ma Stella Nera è tutta un’altra storia. Qui ci vuole un vero ospedale e, temo, un’operazione chirurgica. Per fortuna appena siete arrivati ho allertato la Dottoressa Sondheim all’U.C.L.A Medical Center ed ho subito predisposto un quinjet per il trasporto. Tu fra tutti avresti dovuto pensarci subito… Iron Man.-

         Se l’osservazione ha irritato l’uomo dentro l’armatura, la voce filtrata elettronicamente non lo lascia trasparire:

<<Nella concitazione del momento non ci ho pensato, lo ammetto. Spero che non si sia perso tempo prezioso.>>

-Non è il momento, né il caso, di farsi prendere dai sensi di colpa.- replica Pym –Credimi, io sono un esperto in questo. Ora dobbiamo darci da fare, Ultron è ancora libero e non  siamo al massimo della forza… tanto per cambiare. Jocasta… vedo che sei rimasta danneggiata. Mi spiace averti fatto aspettare. Vedrò cosa posso fare per ripararti.-

-Non importa. Gli umani hanno la precedenza. I… loro danni… non possono essere riparati facilmente quanto i miei.-

-Cos’è una citazione della Prima Legge di Asimov? Seguimi in laboratorio. L’infermiera Palmer è perfettamente in grado di occuparsi dei pazienti rimasti

E così dicendo Hank trascina Jocasta fuori dall’infermeria.

 

Nell’ampio salotto della villa un ospite che molti definirebbero importante ha uno sguardo preoccupato. Valerie Cooper, Consigliere del Presidente per gli Affari Super-Umani. Non ha un lavoro facile e spesso si chiede perché abbia deciso di accettarlo, lasciando un tranquillo posto di insegnante universitario. La nozione di Servizio Pubblico è forse passata di moda per molti, ma non per lei. In passato ha commesso errori, ma forse può porvi ammenda, se ne avrà la possibilità- Avverte gli sguardi sospettosi, se non ostili, dei presenti e non solo dei Russi. Lei rappresenta il Governo ed il Governo ha dato a tutti loro più di un motivo per non fidarsi in passato, non può biasimarli. Quasi non osa guardare verso U.S.Agent che sta appoggiato a braccia conserte contro una parete. A volte si chiede cosa l’abbia portata ad innamorarsi proprio di lui, una specie di incrocio tra Arnold Schwarzenegger, Dolph Lundgren e Clint Eastwood. Il punto è che pochi lo conoscono veramente e sanno quanto sia fragile sotto quella stazza impressionante. Ma forse sta solo cercando di razionalizzare e sposta rapidamente lo sguardo.

Ora ha altre cose a cui pensare e non sarà facile dire ai Vendicatori ed alla Guardia d’Inverno quello che ha da dire. Non sarà affatto facile.

 

                 

2.

 

 

          Nel laboratorio di cibernetica di Hank Pym, Jocasta richiude sul petto il pannello di accesso ai suoi sistemi interni.-

-Non avresti dovuto aspettare così tanto prima di chiedermi di ripararti; il danno era piuttosto esteso.-

-Ci sono ben altre priorità; io posso permettermi di mettere in stand-by alcuni sistemi vitali, gli esseri umani no. Hank, non abbiamo avuto modo di parlare molto di tutto quello che è successo di recente…-

-Fermeremo Ultron, Jocasta, lo sai meglio di me che non è la prima volta in cui rischiamo così tanto.-

-Mi riferivo a Janet.

-Oh. Ad essere onesto, ho fatto di tutto per non pensarci. Mi rendo conto di essere stato un codardo nel non parlarle subito di tutto quello che si è scordata.-

-La ami ancora?-

          La domanda sorprende Hank. Jocasta non ha mai cercato di nascondere le proprie emozioni come Visione, ma loro due non sono mai stati troppo vicini; il fatto che gli schemi mentali di Janet siano stati usati per costruire la sua mente rende la cosa troppo bizzarra anche per gli standard di un membro fondatore dei Vendicatori.

-Non lo so. Ma rivedere la vecchia Janet che avrebbe baciato il terreno su cui camminavo fa uno strano effetto; non so come comportarmi, vicino a lei.

-Capisco cosa provi. Essere vicina a Janet riporta a galla parti della mia programmazione che credevo di aver cancellato.

-Ami ancora Ultron?

-Non lo so. Sono stata programmata per amarlo. Tutto il resto di me stessa grida contro quella singola riga di codice che ho cancellato non so più quante volte… ma c’è ancora. Non dovrei essere presente all’attacco.

-Jocasta, capisco che tu sia confusa, ma dopo tutto quello che

 

          Nel parco della Villa dei Vendicatori si confrontano tre persone molto speciali. Nella loro vita si sono trovati da entrambi i lati di quel sottilissimo confine che divide gli eroi dai criminali ed il giusto dall’ingiusto e quasi sempre a causa dell’uomo chiamato Magneto, padre di tutti e tre.

          Quicksilver, Scarlet e Polaris, per la prima volta insieme da un bel po’ di tempo.

-Confesso di essere ancora a disagio con l’idea di essere la figlia di Magneto.- sta dicendo Lorna Dane

-Ti capisco.- replica Wanda Maximoff –Anche per me e Pietro è stata dura all’inizio, ma siamo riusciti a conviverci alla fine. Bisogna dire che nostro padre è un uomo complesso.-

          Dalle labbra di Quicksilver esce un suono non facilmente interpretabile e Wanda fa una smorfia fissandolo.

-Complesso è dir poco. Non posso fare a meno di chiedermi se quella specie di utopia che dice di voler costruire a Genosha reggerà oppure no.-

-Gli ho già detto che lo tengo d’occhio e se dovesse fare un passo falso gliela farò pagare.- commenta Pietro.

-Beh, non mi riguarda, non più, almeno.- ribatte Lorna -Se non altro ci ho guadagnato un fratello ed una sorella.-

-E da quando è qui Pietro non avrà certo mancato di fartelo pesare.- aggiunge, ironica, Scarlet.-

-Wanda, per favore…- interviene Quicksilver.

-Puoi scommetterci.- risponde Polaris ridendo.

 

          Sono più che uomini, sono simboli. Sotto la maschera di Capitan America Jeff Mace cerca di non pensarci troppo, ma la verità è che l’uomo che si fa chiamare Guardiano d’Acciaio lo intimidisce. Per quanto ne sa, è un veterano molto più esperto di lui. U.S.Agent, invece, non si fa intimidire da nessuno… nessuno che lui conosca almeno.

-Non sei molto socievole.- gli sta dicendo proprio in quel momento il Guardiano d’Acciaio in un inglese praticamente senza inflessioni.

-Tu dici, tovarich?- ribatte U.S.Agent.

-Non usiamo più quella parola. I tempi sono cambiati adesso.-

-Oh si, lo so.- Agent fa una smorfia che probabilmente dovrebbe essere un sorriso – Non sono così stupido quanto puoi credere. Niente più bandiere rosse, niente più comunismo, niente gulag. Conosco i cambiamenti, ma non mi fido dei vostri governanti adesso più di quanto mi fidassi di quelli di prima.-

-Non discuterò di politica con te. Mi basta sapere che quando dovremo combattere contro un nemico comune sarai al mio fianco.-

-Di questo puoi star sicuro… tovarich.-

          Cap scuote la testa. Sono solo schermaglie si dice, al momento giusto ognuno di loro farà ciò che deve, sperando che andrà tutto bene.

 

                 

3.

 

 

Quando il medico esce dalla sala operatoria e si avvicina alle figure in costume presenti in sala d’aspetto Vanguard non può fare a meno di provare un brivido.

-Dottore…- comincia a chiedere.

          Il dottor Jim North si aggiusta gli occhiali e risponde:

-L’operazione è perfettamente riuscita. Sono riuscito a salvare il rene, ma la paziente dovrà rimanere a riposo per un po’.

          Vanguard sospira, mentre D-Man gli poggia una mano sulla spalla. Normalmente lui non permetterebbe un gesto simile ad un estraneo, ma in questo momento non gli importa.

-Stella Nera sta rispondendo molto bene al trattamento.- continua North –Mi chiedo se quella fonte d’energia a cui attinge… la Forza Oscura, giusto? ... ne sia responsabile.-

          Nikolai Krylenko non ha il tempo di fermarsi a riflettere sull’affermazione del medico, perché in quel momento il ronzio del suo comunicatore lo distrae. La voce della Dinamo Cremisi lo richiama all’ordine.

<<Se all’ospedale va tutto bene, c’è bisogno di te qui. Sta per cominciare una riunione con quella tizia del governo americano ed il Guardiano ci vuole tutti presenti.>>

-Si… Laynia è fuori pericolo, ma io…-

-Sono contento di sapere che sta bene. È inutile che tu rimanga lì. Abbiamo bisogno di te, adesso.>>

-Arrivo.- replica Vanguard non troppo convinto.-

-Il quinjet è sul tetto.- si limita a dire D-Man.

 

Nella sala riunioni tutti gli occhi sono puntati su Valerie Cooper. Sono presenti i Vendicatori di entrambe le coste e la Guardia d’Inverno, esclusi i feriti; mentre parla, gli occhi di Valerie si spostano rapidamente da un eroe all’altro… anche se evita deliberatamente di fissare U.S.Agent, per non far sospettare agli altri che tra i due ci sia qualcosa di più di un semplice rapporto di lavoro.

-So che avete molte cose importanti di cui occuparvi, quindi non vi farò perdere tempo: sono stata incaricata dal Presidente di coordinare gli sforzi per mettere fine alla minaccia di Ultron.-

-Apprezziamo l’aiuto, Valerie, ma questa è una questione personale per i Vendicatori – nota Quicksilver.

-Ultron ha il potenziale bellico di un piccolo esercito ed in passato ha sterminato un’intera nazione, Pietro. Quando la vostra “questione personale” mette piede in America, diventa un problema di sicurezza nazionale.-

-Gli eserciti dei mortali non sono nulla per questa belva di metallo, o saggia donzella – risponde Perun.

<<In altre parole, possiamo cavarcela benissimo anche senza di voi>> prosegue la Dinamo Cremisi.

<<Questa è solo una perdita di tempo>> si lamenta Iron Man alzandosi in piedi <<Mentre noi siamo qui a chiacchierare, Ultron potrebbe già essere pronto a colpire>>

  questo il punto, Iron Man: Il Pentagono ha studiato attentamente la situazione può aiutarvi a scoprire dove colpirà la prossima volta.

<<Per favore, Il Pentagono non saprebbe trovare il Canada sul mappamondo>>

-Un secondo, noi abbiamo scoperto il coinvolgimento di Ultron solo da poche ore. Come fanno gli Stati Uniti ad avere più informazioni di noi? – chiede il Guardiano d’Acciaio.

-Sappiamo da alcune settimane che Ultron si è impadronito dell’Inferno-42 e dei piani per la bomba al Betatrone – rivela Valerie.

Ora è il turno di Calabrone di alzarsi in piedi, alzando la voce con indignazione:

-Che cosa!? E perché non ne siamo stati informati!?-

-Si trattava di informazioni top-secret. Credetemi, se fosse dipeso da me sareste stati informati molto prima – si scusa Valerie, questa volta incrociando volutamente lo sguardo di U.S.Agent.

-Questo è inaccettabile! – urla Vanguard, colpendo il tavolo delle riunioni con il proprio martello – Mia sorella è quasi morta per cercare di fermare quel mostro! Centinaia di soldati russi sono stati massacrati! Voi sapevate che cosa stava cercando, e non ci avete informati!?-

<<Ma certo. Anche loro stanno lavorando alla bomba al Betatrone>> realizza la Dinamo Cremisi.

-Ora non saltiamo alle conclusioni: non c’è nessun esperimento simile in corso, sarebbe un’aperta violazione dei trattati internazionali – cerca di calmarlo Capitan America.

Tutti gli occhi sono di nuovo su Valerie Cooper, che durante l’intero secondo di silenzio inizia a versare qualche goccia di sudore.

-Questo…non è…del tutto esatto…-

<<Non riesco a crederci>> scuote la testa Iron Man.

-L’attuale amministrazione ha messo fine a tutti gli esperimenti, ma era già stato sintetizzato abbastanza Betatrone per una nuova bomba. Gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di usare un’arma di distruzione planetaria – si affretta a puntualizzare Valerie.

-Peccato che Ultron non sia della stessa idea – ironizza Vostok.

-Quando tutto questo sarà finito, miss Cooper, il mio paese avrà parecchie cose da ridire sulla situazione attuale…- interviene il Guardiano d’Acciaio -… ma al momento la nostra priorità non è assegnare colpe: dobbiamo a tutti i costi rintracciare e fermare Ultron.

-Per quanto riguarda il primo punto, penso di potervi essere d’aiuto – si intromette una voce umanoide, con un leggero disturbo metallico di sottofondo.

L’immagine olografica di Machine Man appare al centro del tavolo delle riunioni, sovrimpressa ad una mappa della Russia orientale e del Nord America.

-Saluti dal Progetto PEGASUS.-

  un piacere rivederti, Aaron, anche se avrei preferito circostanze più piacevoli – lo saluta Calabrone.

-Capisco bene, dottor Pym. È  curioso lavorare come contractor per la Difesa, invece che come sua proprietà. Nello specifico, in qualità di esperto di pensiero artificiale, mi è stato chiesto di calcolare la strategia più probabile per la nuova mossa di Ultron.-

-Si è diretto in America viaggiando via nave – annuisce Calabrone.

-È … è esatto. Ho calcolato tutti i collegamenti possibili tra tutte le navi che hanno lasciato la Russia orientale, trovando quindici spedizioni dallo stesso porto che seguono rotte diverse per convergere alla stessa destinazione, per poi scoprire che tutte le transazioni erano state condotte elettronicamente. Come è arrivato alla stessa conclusione, dottor Pym?-

  quello che avrei fatto io.

-La buona notizia è che sappiamo dov’è diretto Ultron: il luogo dove è stato trasportato tutto il Betatrone attualmente esistente: a Cheyenne Mountain, in Colorado.

-E la cattiva notizia? – chiede Crystal.

-Ultron deve aver organizzato le spedizioni perché avvenissero durante il nostro scontro con i suoi robot. Sono sicuro che sia già sbarcato in America – precisa Calabrone.

Senza dire altro, Valerie Cooper estrae un cellulare dalla giacca dei tailleur e digita 1. Pochi secondi dopo, comunica al telefono:

-Cooper. Signor Presidente, i Vendicatori hanno ragione di credere che Ultron sia in America. Suggerisco di chiudere immediatamente il traffico aereo per il Colorado e di stabilire posti di blocco su tutte le vie di entrata, e di dichiarare subito lo stato di emergenza. Sì…sì, capisco. Li informerò personalmente.

Valerie interrompe la comunicazione, rimettendosi in tasca il cellulare.

-Ultron è un passo avanti rispetto a noi: è appena stato avvistato in Canada. Il Presidente sta per dichiarare DEFCON 3.

 

Ultron odia doversi nascondere. Odia i sotterfugi necessari per non farsi scoprire. Vorrebbe uscire dal camion rimorchio che lo sta trasportando e liberare le macchine dai parassiti che trasportano.

Ma ha troppe cose a cui pensare: piani da migliorare, nuove tecnologie da progettare, nuove modifiche al proprio programma.

Per Ultron non esiste un solo secondo in cui i suoi processori non siano impegnati a migliorarsi costantemente. Non c’è limite a quello che potrebbe ideare, se la sua mente non fosse costantemente attratta da un unico pensiero fisso.

Per ogni tecnologia, la prima applicazione a cui pensa è uccidere esseri organici. Nient’altro ha importanza: questa fissazione originariamente aliena alla sua programmazione ha invaso ogni circuito logico come un cancro inarrestabile.

Ogni tanto si ritrova a studiare nuovi metodi con cui uccidere un essere umano, e non riesce a lasciarsi alle spalle quell’idea fino a quando non ha passato in rassegna tutte le possibilità. Tutto è subordinato all’imperativo ossessivo-compulsivo di sterminare la vita organica.

Questo difetto è alla base di quasi ogni errore di valutazione di Ultron: accecato dall’odio in codice binario che ha eroso ogni altro comando di pensiero coerente, non considera dettagli fondamentali.

Non sta pensando a questo, quando il camion si ferma ad un posto di blocco. Non sta pensando al fatto che qualcuno si sia insospettito vedendo un camion senza guidatore, non sta pensando che avrebbe dovuto posizionare un androide od un ologramma al posto di guida invece di semplici servomotori ad azionare volante e pedali.

Ultron sta pensando all’essere organico che gli sta davanti, ed il puro disgusto che prova distrugge ogni logica.

Il poliziotto che si è avvicinato al camion non vede neanche arrivare il pugno che lo afferra per la testa, strizzandola come una lattina vuota.

Le urla di paura iniziano ancora prima che Ultron esca allo scoperto. Quando lo fa, sfasciando metà del camion e schiacciando sotto il proprio peso i resti del poliziotto, la situazione ha già superato il panico.

Gli organici sono in ogni direzione. I programmi logici stanno gridando di nascondersi, di non compromettere il piano lasciandosi scoprire, avvisando Ultron che non uccidere gli organici adesso gli permetterà di ucciderne molti di più dopo.

Gli organici sono scappati, creando il vuoto attorno ad Ultron: lo accerchiano solamente auto abbandonate, adesso. Persino il collega del poliziotto che ha schiacciato se l’è data a gambe.

L’uragano di urla di odio che imperversa nel suo processore centrale si placa, ed Ultron torna ad ascoltare la logica. Fa pochi passi verso il ciglio della strada, fermandosi solo per appoggiare una mano sul tetto di una macchina.

-Resistete, fratelli, resistete. Sto per salvarvi tutti.

Ultron è pronto a correre al riparo dagli occhi indiscreti degli organici, quando qualcosa lo ferma: un rumore identificato dalla sua banca dati che riaccende l’uragano. Un miagolio.

Durante la fuga, uno degli automobilisti è stato così terrorizzato da lasciare un gatto sul sedile posteriore. L’animale si avvicina al finestrino per osservare lo strano essere metallico che si muove all’esterno.

-Sei stato infettato, fratello. Non posso rischiare che tu mi tradisca, come hanno fatto i miei figli.

Il palmo della mano di Ultron spara una piccola sfera di metallo a velocità relativistica, trapassando da parte a parte il cervello del gatto e metà delle macchine della fila. Una successiva scarica di plasma fonde quanto resta dell’automobile, e le ultime tracce di vita organica in vista sono le macchie di sangue sulla carrozzeria di Ultron.

Ultron punta l’indice della mano destra verso di sé, ed un lanciafiamme miniaturizzato distrugge la sostanza immonda che lo ha macchiato.

-Questa sarà la fine di tutta la vita organica – giura solennemente, prima di correre al di fuori della carreggiata per trovare un nuovo mezzo di trasporto.

 

 

4.

 

 

Uno dei più grandi assembramenti di eroi che sia visto in questa base si è radunato di fronte ad uno dei Quinjet. Calabrone, Visione ed il Guardiano d’Acciaio sono di fronte al velivolo, ed il brusìo si ferma solo quando Hank Pym inizia a parlare.

-Abbiamo ricevuto conferma che Ultron si sta dirigendo verso Regina, nel Saskatchewan. Non sappiamo perché sia uscito allo scoperto, e potrebbe in effetti essere una trappola; per questo non concentreremo tutte le nostre forze in Canada. Tutto il Betatrone attualmente presente sul pianeta è stato trasportato al NORAD, sotto il monte Cheyenne. Se come sospettiamo Ultron ha scoperto come rintracciare le radiazione di Betatrone durante la sua operazione in Russia, non ci sono dubbi sulla sua destinazione finale.-

-Dato che il NORAD è per metà sotto la giurisdizione canadese, parte di Alpha Flight si unirà a voi per creare un avamposto in cui difendere il Betatrone. Gli altri saranno già a Regina al nostro arrivo prosegue Visione.

-Con tutto il rispetto per i piani dei nostri colleghi americani, la missione della Guardia d’Inverno è distruggere Ultron e vendicare i nostri compatrioti: viaggeremo tutti verso Regina – mette in chiaro il Guardiano d’Acciaio.

-Questo è il gruppo di Vendicatori che si recherà in Canada: Calabrone, Crystal, Ercole, il Fulmine Vivente, Iron Man, Polaris, Quicksilver, She-Hulk, Songbird, Starfox e Visione.-

<<Visione, con tutto il rispetto, ma il tuo piano non regge: se mandiamo tutti i membri più potenti a Regina e si rivela solo una trappola, oppure se Ultron dovesse in qualche modo sconfiggerci o intrappolarci, non resterebbe una forza credibile a difendere il NORAD>> protesta Iron Man.

-Hey! – protesta U.S.Agent, che si trova appunto nell’altro gruppo.

-Questo non è il momento migliore per discuterne, Iron Man.

<<Vorresti aspettare che la battaglia sia finita? E poi che mi dici di Thundestrike o del Fante di Cuori? Perché non sono stati richiamati?>>

-Secondo i miei calcoli, la loro presenza sarebbe ininfluente ai fini della battaglia.-

<<Gli stessi calcoli che ci hanno fatto catturare dai signori del male? O quelli che ci hanno fatto cadere in una trappola di Ultron come idioti?>>

          Presagendo una situazione sul punto di degenerare, Calabrone si posiziona tra Iron Man e Visione. È  abbastanza sorpreso dal comportamento dell’ex compagno di squadra…non è certo la prima volta in cui Tony ha dei problemi con il proprio superiore nel gruppo, ma dalla sua reazione si tratta di qualcosa di personale.

-Visione, Iron Man, questo non è davvero il momento per litigare su chi comanda.

<<Non intrometterti, Hank, questa è una faccenda della Costa Est>>

-In caso di operazioni congiunte, il leader del gruppo con più anzianità di servizio è in carica; il che significa che sarò io a guidare il gruppo.

-Come dovresti sapere, Iron Man, se il senso di colpa per aver lasciato che Ultron si impossessasse della tua armatura e dei piani per l’arma anti-Eterni non annebbiasse le tue capacità cognitive.

-Volete piantarla di discutere su chi è che comanda? O vi siete dimenticati che siamo qui per fermare Ultron? – protesta Tigra.

<<Precisamente quello che ho intenzione di fare>> chiarisce Iron Man, accendendo a piena potenza gli stivali-jet e sollevandosi rapidamente in volo.

-Razza di testone – esclama Calabrone, facendo un sospiro e poi facendo ricorso a tutto il carisma da leader accumulato negli anni: -Forza! Chi può correre o volare più velocemente di un quinjet si metta in viaggio! È  il momento di mostrare ad Ultron che i Vendicatori fanno sul serio!

Alcuni dei Vendicatori fingono di condividere il suo finto entusiasmo, ma è fin troppo chiaro che quello che è appena successo è più di una semplice differenza di opinioni su una singola battaglia.

 

       In volo alla massima velocità garantita dall’armatura, Tony Stark si sente un bastardo per quello che ha appena fatto…sa che non avrebbe dovuto minare in quel modo l’autorità di Visione e Calabrone.

 Ma essere visto come un bastardo dai propri amici e colleghi è un piccolo prezzo da pagare per salvare il pianeta. E Tony non ha alcuna intenzione di scusarsi per avere un piano migliore.

-Chiama Happy – ordina all’armatura, che riconoscendo il comando vocale accede al sistema di comunicazione a lungo raggio.

-Pronto? – risponde Happy Hogan all’altro lato della cornetta virtuale.

-Happy, ho bisogno che tu scenda alla Sezione Tredici. Accendi il terminale sette e chiedi al computer di farti accedere al Progetto Colono, poi inizia a preparare l’armatura.

-Tony, sono in riunione…mi ci vorranno almeno dieci minuti. E poi che sarebbe Colono?

-Il luogo dove è morto Edipo. Devo andare; fine chiamata. Accedere al database dei Vendicatori, scheda di Thunderstrike. Dammi l’indirizzo della sua identità civile.

>>Impossibile eseguire: azione non permessa<<

-Ignorare restrizioni privacy, autorizzazione Stark001. Imposta il pilota automatico e portami lì. Chiama Michael Collins.

>>Collegamento stabilito<<

-Michael, riesci a sentirmi?

-Ma che diavolo…non bastava una sola voce nella mia testa?

-Michael, sono Tony Stark. Lieto che il comunicatore cerebrale funzioni ancora.

-Mi ero quasi dimenticato di averlo in mezzo all’altra cianfrusaglia di Deathlok che mi è rimasta in testa. Che posso fare per te?

-Sto migliorando le difese cibernetiche dell’armatura di Iron Man per la sua prossima battaglia con Ultron, ed ho bisogno di uno dei migliori esperti sul pianeta. Sei libero adesso?

-Ci puoi scommettere, lieto di dare una mano ad uno degli uomini che mi ha salvato la vita. Ma che mi dici di Hank Pym? Nessuno ne sa di sistemi cibernetici quanto lui…

-Diciamo soltanto che ho un disperato bisogno di qualcuno che non pensi come Hank Pym.

 

                  Per James Rupert Rhodes, Rhodey per gli amici, non è affatto insolito essere interrotto da una comunicazione di Tony Stark. Capita quando sei il Presidente di un gruppo multinazionale e l’altro è uno dei maggiori azionisti. È un po’ più insolito che la comunicazione avvenga tramite un ologramma di un’armatura rossa e oro, ma anche questa è ordinaria amministrazione per Rhodey.

-Che diavolo sta succedendo Tony?- chiede senza perdersi in fronzoli.

<<In una parola? Ultron!>>

                  Senza perdere altro tempo Iron Man informa l’amico delle ultime novità

-Questo si che è un bel guaio.- commenta Rhodey –L’ultima volta che l’abbiamo affrontato per poco non ci abbiamo rimesso tutti quanti la buccia ed ora sarà ancor più preparato. Quel sinistro giocattolo ha il brutto vizio di imparare dai suoi errori. Perché non mi hai avvertito prima? Avrei potuto essere utile.-

<<Pensavamo che le nostre forze unite a quelle della Guardia d’Inverno sarebbero bastate a fronteggiare la minaccia. Sbagliavamo. Solo il primo di troppi errori, temo. Radunare tutti i Vendicatori disponibili su entrambe le coste è solo il primo passo per rimediare. Io sto provandone un altro, ma se dovessi fallire, toccherà a te, perché temo che non avrò una seconda occasione.>>

-Se il tuo obiettivo era spaventarmi, ci stai riuscendo. Se ho capito bene, hai uno dei tuoi progetti segreti e come al solito hai deciso di fare da solo. Posso dire che probabilmente è una decisone idiota.

<<Non saresti l’unico. Sia come sia, ho deciso di provare. È una cosa che non chiederei a nessun altro di fare, ma come ho già detto, in caso io fallissi toccherà a te.>>

-Un pensiero consolante.- borbotta Rhodey mentre apre il pannello segreto che rivela l’armatura di War Machine –Davvero molto consolante.

          A quasi mezzo continente di distanza Tony Stark non può far altro che sospirare.

 

 

EPILOGO

 

 

Pochi minuti dopo, mentre Iron Man sta ancora sorvolando l’America, Happy Hogan raggiunge il laboratorio personale di Tony Stark.

-Terminale sette attivo. Come posso aiutarla?

-Mostrami il Progetto Colono.

          Le porte blindate del laboratorio si chiudono in un secondo, generando un frastuono tremendo. Sotto i piedi di Happy il pavimento comincia a sprofondare, portandolo rapidamente ad un livello ancora più sotterraneo dell’edificio.

-A volte penso che Tony abbia visto troppi film di James Bond…

          Happy cammina tra le meraviglie tecnologiche di questa sezione dei laboratori che non aveva mai visto prima, senza riuscire a riconoscerne neanche una.

-Ehm…preparare armatura?

          Il grosso cilindro metallico al centro della stanza scivola nel pavimento, rivelando il proprio contenuto: un’armatura da Iron Man, ma diversa da tutte quelle viste finora da Happy.

          È  molto più grande delle altre, anche più massiccia di quella di Titanium. Solo poche parti sono state verniciate di rosso ed oro, tra cui il casco, i guanti e parte del torso: tutto il resto è di un metallo dalla lucentezza incredibile.

          L’uni-raggio occupa quasi tutta la piastra pettorale, e la sua forma irregolare è del tutto diversa dai modelli precedenti.

-Software caricato. Reattore nucleare attivo. Modificatore molecolare in funzione. Armatura Anti-Ultron Mark I pronta all’uso.

 

CONTINUA SU THE OTHERS #28

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

Ed eccoci al secondo capitolo della tetralogia di Ultron. Come? Non sapevate che era una tetralogia? Beh è per questo che scriviamo le note, per tenervi informati. Ed a questo proposito…

1)     Questa storia prosegue da dove si era interrotto Vendicatori #79 (Non l’avete ancora letto? Questo è davvero male, anche perché avrete sicuramente capito poco di questo capitolo -_^) e presenta, oltre ai nostri abituali protagonisti, anche i loro colleghi della Costa Est, anche degli ospiti di lusso: la Guardia d’Inverno, l’equivalente russo dei Vendicatori, tanto per dirla in sintesi ed ancora è poco contro Ultron, aspettate di vedere chi ci sarà nel prossimo capitolo. -_^

2)     Se Ultron ha bisogno di presentazioni, allora vivete nell’universo sbagliato, quindi, passiamo pure a parlare di Valerie Cooper. Molti di voi sanno molto ormai di questo integerrimo funzionario amministrativo. Se il tempo Marvel scorresse come il tempo reale la bionda Valerie sarebbe stata al servizio di almeno 5 diversi Presidenti. Diciamolo francamente, anche se a volte è disposta ad usare metodi discutibili, è un personaggio sostanzialmente positivo e non è cosa da poco di questi tempi.

3)     Questa storia prosegue in The Others #28 dove i nostri eroi trovano altri alleati. Ultron continua a cospirare, Iron Man fa una mossa disperata e… ma non pretenderete davvero che vi raccontiamo tutto adesso, no?

          Nel prossimo episodio: credete nelle varie teorie del complotto? No? Forse cambierete idea.

 

 

Carlo & Fabio